Delli grandi gentiluomini e signori non parlo, perché con ciascuno di loro si move una città o una buona villa, come di tende cariche e sopra mule. Noi Portoghesi e franchi avevamo considerato molte volte queste mule, e pensammo ch'elle passassino il numero di cinquantamila; li cavalli sono ben pochi, perché, ancora che ve ne siano de belli, per non saperli ferrare subito si guastano li piedi: e se il Prete cammina per un viaggio lungo, restano tutte le ville piene di cavalli con li piedi guasti, li qual dapoi fanno venire pian piano. Delle mule di carico non se ne tien conto, e cavalcano cosí muli come mule. Vi sono infiniti ronzini che portano la soma, pur ancora non si guastano li piedi come li cavalli. Vi sono molti asini, che servono meglio che li ronzini; fanno portar la soma ancora a molti buoi, e in quelle terre che sono piane e campagne li camelli portano le cariche.
Come le chiese della corte vengono portate, cioè le pietre dell'altare,
e come il Prete si mostra tre volte l'anno a tutto il popolo.
Cap. LXXXVIII
Il Prete poche volte cammina che vada a cammin diritto, né che l'uomo sappia dove egli vada, ma le pietre dell'altare, cioè le sue chiese, le quali sono 13, camminano alla diritta via, ancora che il Prete vada fuori di cammino, e tutta la gente va dietro per la strada fino che trovano una tenda bianca alzata, e immediate ciascuno si alloggia al suo luogo: e molte volte il Prete non viene a questa tenda, ma dorme per monasteri e altre chiese. In questa tenda che si alza, di continuo si fanno le solennità di cantare e sonare, come se il Prete vi fusse, ma non cosí perfettamente come quando egli vi è. Le pietre d'altari sono portate con gran riverenza e sempre da preti da messa, e sono quattro che le portano sopra un solaro su le spalle, e quattro preti vanno dietro per mutarsi a vicenda nel portarle.
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