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      e della confessione e communione che noi facemmo.
      Cap. LXXXIX
     
      Stando poi per grande spazio lontani dalla tenda del Prete Ianni, nelle nostre tende, e nella nostra chiesa ogni giorno dicevamo messa. La vigilia di Natale, dopo passato mezzogiorno, il Prete mi mandò a chiamare e mi dimandò che festa facevamo la mattina seguente; gli feci dire della natività di Cristo. Mi dimandò che solennità facevamo; gli risposi del modo che tenevamo e delle tre messe. Disse che tutto facevano come noi, ma non dicevano se non una messa, e che di quelle tre messe io ne dicessi una, quale piú mi piacesse. Poi replicò che gli dicessi quella terza, che egli averia piacere d'udirla, e cosí l'ufficio che noi costumavamo di fare; e subito ordinò che fusse portata ivi la tenda della nostra chiesa, e la fece alzare per mezzo la porta principale della sua, che non vi erano piú che due braccia da una all'altra, e che come cantasse il gallo ne mandaria a chiamare, e che io facessi il tutto come si costuma nel nostro paese. E come fu passata mezzanotte ne mandò a chiamare, e vi andammo sei che sapevamo assai ben cantare di chiesa, e portai quanti libri ch'io aveva, ancora che non fussero necessarii per quella festa, ma solamente per far numero, e li tenni aperti tutti sopra l'altare. Cominciammo a dir matutino, e pareva che il nostro Signore Iddio ne aiutasse e desse grazia, e il Prete ne mandò subito venti candele, parendogli che avessimo poca cera. Noi slungammo il matutino con lezioni, inni e salmi e profezie, e andammo cercando tutte le cose che si potevano meglio cantare e intonare; e il Prete mai si partí dalla porta della sua tenda, che era, come è detto, appresso della nostra chiesa, e sempre duo paggi non cessavano di andare e tornare e dimandar ciò che era quello che noi cantavamo, massimamente quando sentivano mutare il tuono delli salmi, inni o responsorii: io mostrava di non sapere ciò che fusse, ma diceva che erano o libri di Gieremia che parlavano della natività di Cristo, o salmi di David o di altri profeti; egli era molto contento e laudava li libri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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