Mi fece dire che gli pareva buona la mia ragione; ma per che causa io era prete solo a questo ufficio della messa, e quello che portava il turribolo, non essendo prete, come poteva portarlo, perché lo incenso non deve andare in mano d'altri che di preti. Gli risposi che quello che serviva da diacono era zagonaro, che essi chiamano da Vangelo, e che il suo ufficio era di portare il turribolo. Vennero poi con un'altra dimanda, dicendo se le cose sopradette si contenevano nelli nostri libri, e se quelli erano migliori dei loro. Gli risposi che li nostri libri erano piú perfetti che non erano li loro, perché dopo gli apostoli noi avevamo avuto sempre maestri e dottori grandi, che non avevano mai fatto altro che mettere insieme le cose della sacra Scrittura, le quali erano seminate in varii libri e luoghi di profeti, apostoli ed evangelisti. Mi tornarono a dire che essi avevano del nuovo e vecchio Testamento LXXXI libro, e se noi ne avevamo piú. Io gli risposi che noi ne tenevamo dieci volte LXXXI, cavati dalli sopradetti, con molte dichiarazioni e piú perfetti. Mi dissero che ben sapevano che noi avevamo piú libri di loro, e per questo egli desiderava che io gli dicessi il nome di quelli che essi non hanno.
E cosí mi tennero in dimande e risposte fin ad ora di vespero, non cessando mai d'andare su e giú li messi. Io stava in piede appoggiato a un bordone, e non solamente venivano dimande da parte del Prete Ianni, ma ancora da sua madre e dalla regina Elena: e io gli rispondeva sí come Iddio mi aiutava, e per la fiacchezza e fame non mi poteva piú tenere in piedi.
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