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      Ed è cosa spaventosa a vedere il gran pericolo che portano questi piccolini, che per forza, rovesciando loro dell'acqua giú per la gola, gli facevano inghiottire la communione, sí per essere l'ostia di pasta grossa, come per la tenera età e pianger continuo che fanno.
      Dipoi l'abuna mi pregò che io andassi a desinar seco alla sua tenda, e quivi volse ch'io gli dicessi quello che mi pareva di questo ufficio, al quale io era stato di continuo e veduto particolarmente il tutto, e che il Prete gli aveva mandato a dire che parlasse meco sopra detto ufficio, perché mi conosceva uomo che intendevo. Io gli cominciai a dire quello che avevo ragionato con aiaz Rafael, sopra la enormità e disonestà de' preti, e delli storpiati e ciechi che vennero a farsi ordinare. Mi rispose che già l'aveva inteso dal Prete, il quale gliel'aveva mandato a dire, e che egli gli aveva risposto quello che si doveva fare, ma che egli mi dimandava delli cherichi che ora aveva fatto quello che mi pareva. Dissi che molto bene mi pareva questo suo ufficio, ma ordinare fanciulli nuovamente nati e giovani grandi e ignoranti, non mi pareva bene di mettere asini nella casa di Dio. Mi rispose che Iddio mi aveva fatto venir quivi per dir la verità, e che egli non faceva se non quello che gli era comandato, e che il Prete gli aveva ordinato che facesse cherichi tutti li bambini, che poi loro impareriano, conciosiacosach'egli era molto vecchio e non sapevano quando averiano un altro abuna, essendo stato altre volte questo paese XXIII anni senza abuna; che non era molto tempo che mandarono duemila oncie d'oro al Cairo per aver uno abuna, e per le guerre state tra 'l soldano e il Turco non gliel'avevano mandato e s'erano ritenuto l'oro, e che ora Iddio mi aveva fatto venire quivi per dirgli la verità, accioché questo paese fosse presto provisto d'uno abuna, perché la sua vita non saria troppo lunga.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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