Questo abuna stava nella sua tenda in questo modo (perché in casa non l'ho visto se non una fiata): di continuo siede sopra una lettiera coperta con un panno bello, come costumano li gran signori di questo paese; ha d'intorno alla detta lettiera le sue cortine, e anche di sopra. Va vestito di bianco, cioè di panno di bambagio finissimo e sottile, che viene della India, ove il chiamano cacha: e questo è fatto come una cappa all'apostolica o vero un piviale, che si congiunge e lega dinanzi al petto. Ha un scapolare che si serra similmente dinanzi, fatto di ciambellotto di seta azurra, e sopra il capo una gran mitria larga, similmente di seta azurra. È uomo, come ho detto, molto vecchio, piccolo e calvo; ha la barba molto bianca, ma poca, e nel mezzo è lunga, perché in questa terra li religiosi non costumano di levarsi la barba. È molto grazioso nel suo parlare e nelli gesti quanto dir si possa: rare volte parla che non ringrazii Iddio. Quando esce fuori per andare alla tenda del Prete o per dare gli ordini sacri, cavalca sopra una bella mula, molto bene accompagnato sí da uomini a cavallo in su mule come a piedi. Porta una croce piccola d'argento in mano, e dalle bande gli portano tre croci poste sopra bastoni, che vanno piú alte che non è egli sopra la mula. Io gli dissi una fiata che dette croci doveano andar innanzi a lui; mi rispose che quella che portava in mano faceva questo ufficio, e che le altre non dovevano andare innanzi a quella. Porta, in tutti li luoghi dove egli cammina, due cappelli alti da piedi, grandi come quelli del Prete, ma non cosí ricchi.
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