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      Di novo ci fece dimandare quanti re erano sepolti in questo tal monasterio della Battaglia; gli respondemmo che ivi giacevano quattro re, un principe e molti infanti, e cosí giaciono per altri ricchi monasteri e chiese catedrali altri re e principi in ricche sepolture. Dipoi ci mandò a dire che noi andassimo a dir messa, perché si approssimava il mezzogiorno, che era l'ora che noi la solevamo dire.
     
     
      Come l'ambasciadore e tutti i franchi furono a visitar l'abuna, e di quello che con lui parlarono.
      Cap. CII.
     
      Alli XXIX gennaio l'ambasciadore con tutti i franchi (de' quali erano alcuni venuti avanti di noi a questa corte), con tutti noi altri andò a visitare l'abuna Marco, perché ancora non gli aveva parlato. Lo trovammo (sí come io lo trovai) a sedere sopra il letto. Volse l'ambasciadore baciargli la mano, ma egli non volse, ma gli diede a baciar quella croce che sempre tiene in mano, e cosí fece a tutti gli altri. Posti che fummo a sedere, l'ambasciadore gli disse che per nome del capitan maggiore egli era andato a visitarlo, e che gli perdonasse se piú presto non vi fusse andato, perché non lasciavano che ei potesse visitar persona alcuna. L'abuna gli rispose che non si maravigliasse, che questo era il costume di questa corte, di non lassar andar forestiero a casa d'alcuno, e che questo non era già di consentimento del Prete, ch'era uomo buono e santo, ma di quelli della corte, che sono cattivi. E dicendogli l'ambasciadore che il gran capitano si raccomandava a lui, e che pregasse Iddio che volesse inspirar nel cuore del Prete Ianni di metter insieme le sue genti con quelle del re di Portogallo per andar a destrugger la Mecca e cacciar fuori li Mori, levando via la maladetta setta di Maometto, l'abuna gli rispose che egli faria quanto in lui fusse, ma che il Prete Ianni era inanimato e volonteroso per andar non solamente a distrugger la Mecca, ma pigliare Gierusalem e tutta la Terra Santa, perché trovavano nelle loro scritture antiche che li franchi dovevano venire a congiungersi con gli Abissini, e distrugger la Mecca e ricuperare il santo Sepulcro; e che sempre egli aveva pregato Iddio che gli facesse vedere questi franchi, di che Iddio l'aveva esaudito, e per questo lo ringraziava molto; che Pietro di Coviglian, che era ivi presente ed era lo interprete, poteva esserne buon testimonio che molte volte gli aveva detto: «Sopporta, Pietro, e non ti dar fastidio, perché a' dí tuoi verrano in questo regno le genti del tuo paese», e che per questo dovesse ringraziare Iddio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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