Le lettere del re contenevano che, se tutte quelle cose dateli in commissione erano state da loro scoperte, se ne ritornassero, perché gli remunereria; ma se non erano state scoperte tutte, che di quelle che avevano vedute gli mandassero particolar informazione e poi si affaticassero di sapere il resto, e sopra tutto del paese del Prete Ianni, e di far veder l'isola di Ormuz a Rabi Abram. Per la qual cosa Pietro di Coviglian deliberò di avisar il re di tutto quello che egli aveva veduto lungo la costa di Calicut, delle speciarie, e di Ormuz e della costa d'Etiopia e di Cefala e dell'isola grande, concludendo che le sue caravelle che praticavano in Guinea, navigando terra terra e dimandando la costa di detta isola e di Cefala, potriano facilmente penetrare in questi mari orientali e venir a pigliar la costa di Calicut, perché da per tutto vi era mare, come gli aveva inteso; e che ritorneria con Rabi Abram in Ormuz, e dopo il suo ritorno anderia a trovare il Prete Ianni, il paese del quale si distendeva fino sopra 'l mar Rosso. E con queste lettere espedí il Giudeo calzolaio.
E andati di nuovo all'isola di Ormuz col Giudeo, e ritornati in Adem, volse che egli se ne andasse a dar nuova al re di aver veduto con li suoi occhi l'isola di Ormuz. Ed egli, passato sopra l'Etiopia, se ne venne alla corte del Prete Ianni, che allora non era molto lontana da Zeila, e appresentate le lettere a quello, che allora si chiamava Alessandro, fu molto accarezzato e fattogli grandissimo onore e promesso di espedirlo presto: ma in questo mezzo mancò di questa vita, e successe Nahu suo fratello, che lo vidde ed ebbe molto caro, ma non gli volse mai dar licenza.
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