Il che inteso dall'ambasciadore, disse che per Giorgio ne mandaria, ma per gli altri no, per esser traditori e contra il servizio del re di Portogallo. Giorgio gli fece rispondere che lo torria per forza, e detto questo, se ne andò subito a trovar questi duoi signori venuti dalla corte, con li quali si dolse grandemente. Costoro ci mandarono a chiamare in un campo, dove Andrugaz parlò all'ambasciadore in questo modo, dicendogli per che causa si portava cosí male con li suoi, a' quali poi che non voleva dargli quello che gli era stato fatto consegnare dal Prete per lo viver loro, molto manco si poteva pensare che egli fusse per vendere li cavalli o mule per sostentarli, e che questo non si costumava di fare fra uomini grandi e di onore; e che egli considerasse molto bene il dispiacer grande che aveva ricevuto il Prete di lui, non per altro se non per essersi cosí mal portato con la sua compagnia, conciosiacosaché, se altramente si fusse portato, sarebbe ancor altramente stato trattato lui, e piú sodisfatto si saria partito di quello che aveva fatto; e per tanto lo pregava ed esortava che non volesse tener il lor vivere, ma liberamente darlo, e non rompesse la pace che egli aveva fatto in sua presenza con Giorgio di Breu. L'ambasciadore gli rispose brevemente e quasi in colera che non gli pareva onesto né il dovere di dar da mangiare a quelli che egli conosceva essere traditori e contra il servizio del re di Portogallo, e dette queste parole si partí, e cosí facemmo ancora tutti noi molto scontenti.
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