Vi erano anco lettere diritte al Prete, nelle quali gli dimandava di grazia che immediate ne dovesse espedire, sí che fussimo in Mazua alli XV d'aprile, perché egli non poteva piú aspettare, sí perché il movimento del mare, che è il tempo atto a partirsi dal mar Rosso, passaria, come perché di lui si aveva gran bisogno nell'India. E accadde che in quel giorno che ne furono date finiva il detto termine de dí XV.
Contenevasi ancora in dette lettere come il re don Emanuel era mancato di questa vita: con questa nuova restammo tutti morti, e facemmo consiglio se dovevamo tacerla o veramente dirla, e fu determinato di dirla, perché a ogni modo il Prete l'averia intesa dalli mercanti mori d'India, che tutto il giorno vengono dal mare alla corte. E perché è il costume di questo paese in tempo di morte di radersi il capo, e non la barba, e vestirsi di panni neri, cominciammo a raderci il capo l'uno all'altro: e mentre che facevamo questo, vennero quelli che ne portavano da mangiare e, veduta questa cosa, posero in terra il mangiare e corsero a dirlo al Prete, il qual subito ne mandò duo frati per intender quello che era intervenuto. L'ambasciadore non gli poté rispondere, per il gran pianto che egli faceva, e io meglio che seppi gli feci intendere come il sole che ne dava la luce era oscurato, cioè che il re don Emanuel era mancato di questa vita: e subito cominciammo a fare tutti il nostro pianto, e li frati se n'andarono. In quella ora immediate furno fatte gride che tutti li luoghi dove si vendeva pane, vino e altre mercanzie, e tutte le altre tende d'ufficiali e giudici fussero serrate, e durò tre giorni questo serrare, in capo de' quali ne mandò a chiamare, e la prima parola ch'egli ci mandò a dire fu chi aveva ereditato i regni del re suo padre.
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