Costoro dall'altra parte non so con chi confinano, ma penso debbano confinare con questo regno di Bagamidri, nel qual regno mi fu confermato da molte persone che vi erano state esservi una montagna che aveva argento in grandissima quantità, lo qual non sapevano cavare se non in questo modo, che, dove vedevano alcuna grotta, la empievano di legne e vi mettevano il fuoco come in un forno di calcina, e questo fuoco faceva colare l'argento, che correva tutto in verghe, cosa quasi incredibile; nondimeno Pietro di Coviglian mi disse ch'io non dubitasse di questo, per esser verissimo. Io dico quello che ho udito e so: l'argento è in grandissima riputazione e desiderato da tutti.
Delle signorie delli popoli di Nubia, che altre volte furno cristiani, e del numero delle chiese che sono in quel paese.
Cap. CXXXVII.
Nel fine di questo regno di Bagamidri, verso Egitto, stanno alcuni Mori che si chiamano Belloos, e sono tributarii del Prete Ianni e pagano gran copia di cavalli. Dalla parte di tramontana confinano questi Belloos con popoli che si chiamano Nubii, li quali è fama che altre volte siano stati cristiani e suggetti alla chiesa romana. Io ho spesse volte udito dire da un Soriano nato in Tripoli di Soria, che si chiamava Giovanni, che praticò con noi tre anni in questo paese del Prete Ianni e poi ritornò con noi in Portogallo, che egli era stato in Nubia e v'aveva veduto 150 chiese, che ancora hanno tutte le imagini del crocifisso e di nostra Donna e altre imagini dipinte per li muri, e il tutto era vecchio e antico.
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