Quivi ne venne incontro Lopo Vaz di San Paio, capitan maggiore e governatore delle Indie, a riceverne alla spiaggia, e ci abbracciò tutti; e il giorno seguente, udita la messa, andammo a parlare al capitan maggiore, e gli appresentammo la lettera del Prete Ianni che portavamo per Diego Lopes di Secchiera, che ne condusse al paese del Prete Ianni: la qual lettera lesse detto Lopo Vaz, essendo successo nel luogo di Diego Lopes di Secchiera. Di piú gli presentammo una veste di seta, con cinque lame d'oro davanti e cinque altre di dietro e una per spalla, che fanno XII, e ciascuna di grandezza della palma della mano, che il Prete mandava a Diego Lopes; e il detto Lopo donò a don Rodrigo de Lima ambasciadore ducento pardai, cioè ducento ducati, e all'ambasciadore del Prete altri ducento e a me cento. Don Ettore di Silviera stette poco tempo in Ormuz, e subito se ne volse tornar con l'armata ad aspettar le navi che partono dal Zidem per venire al Diu, ed escono nel tempo del movimento del mare, nel quale noi uscimmo, ma s'invernano in Adem e col primo tempo fanno poi il viaggio; e noi restammo quivi in Ormuz, fin che fummo certi che il verno fosse passato.
Copia della lettera che scriveva il Prete Ianni a don Diego Lopes di Secchiera, e fu data a Lopo Vaz di San Paio, suo successore nel governo delle Indie.
In nome di Dio Padre, come fu sempre, il qual non ha principio. In nome di Dio Figliuolo suo unico, che è simile a lui avanti che fusse veduto il lume delle stelle e avanti che ponesse li fondamenti del mare Oceano, e in altro tempo fu concetto nel ventre della Vergine senza seme umano e senza nozze, perché in questo modo era la scienza dell'ufficio suo.
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