Di alcune dimande che furon fatte a don Francesco Alvarez per lo archiepiscopo di Braga,
e delle risposte che gli fece.
Cap. CLIX[numero errato anche nell'originale]
Stando noi nella corte nella città di Coimbra, non si tardò molto che 'l re nostro signor si partí al cammino di Almerin, ove alcune fiate io ricordai a sua Altezza che mi mandasse a Roma, a finir l'ambasciata impostami dal Prete Ianni: la qual mi rispose che se ne ricordava, ma che per causa delle guerre di Francia il cammino non era sicuro. Dipoi un'altra fiata, trovandosi sua Maestà in Lisbona, e la supplicai che, mandando il signor Bras Neto ambasciadore, io andassi con esso; mi rispose che il detto signor Bras andava all'imperadore e non a Roma, e che io andaria in compagnia di don Martino, che presto lo voleva spedire. In questo mezzo, essendo nell'anno 1529 vacato un bon beneficio nell'archiepiscopato di Braga, sua Maestà me ne fece grazia, e mi ordinò che io andassi a presentarmi al signor archiepiscopo don Diego di Sausa, acciò che me lo confermasse: e la qual cosa avendo fatta, sua signoria mi dimandò di assai cose del paese del Prete Ianni, le quali volse che fossero scritte. E ancor che nel libro sopra detto in molti luoghi di quelle in gran parte ne sia fatta memoria, pur non si restarà di notarle ancora qui di sotto.
Il Prete Ianni non ha luogo determinato dove di continuo egli stia, ma va sempre vagando ora ad una parte ora all'altra, e sempre in tende armate alla campagna, delle quali fra buone e triste nel suo campo possono essere da 5 o seimila, e fra genti a cavallo e mule da 50 e piú mila.
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