Il Prete Ianni ha duo sopranomi, cioè acegue, che vol dir imperadore, e neguz re. Il suo patriarca di tutta l'Etiopia si chiama abuna, che vuol dir padre, né vi è altro che ordini se non lui.
Vino di uva non si fa se non in duo luoghi, cioè in casa del Prete Ianni e dell'abuna Marco publicamente: e se altrove il fanno, è di nascoso. Il vino col qual si dice la messa si fa in questo modo: nelli monasteri e chiese, tengono molte uve meze secche e come passe nelle sacrestie, e le mettono in acqua per dieci giornate; gonfiate che elle sono, le rasciugano e poi con torcolo le priemeno, e con quel vino dicono messa.
In questo paese si trova molto oro, argento, rame e stagno, ma non lo sanno cavar delle mine. Non vi corre moneta d'oro né d'argento, ma tutte le comprede fanno con baratti di dar una cosa e pigliar l'altra. E danno anche oro in pezzetti di una dramma e di una oncia. Il sale è la principal cosa che corre per tutto il paese per moneta.
Vi sono alcuni paesi che fanno assai grani e orzi, e in altri miglio; e in questi ove non nasce il grano, vi nasce tafo da guza, semenza appresso di noi non conosciuta, ceci, fava, fagiuoli, chicharos e di ogni sorte di legumi in grandissima abbondanza. Vi sono infinite canne di zuccaro, ma non lo sanno cuocer né affinar: solamente le mangiano crude. Vi sono assai uve e pesche grandi e buone, e si maturano nel mese di febraio fin in aprile. Di naranci, limoni, cedri non si potria dir la quantità, perché nascono da lor medesimi; erbe di orto poche vi sono, per non le voler piantare né seminare.
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