Pace un'altra fiata ti sia con la regina consorte tua, di Giesú amica, serva di Maria Vergine, madre del Salvatore di tutto il mondo. Pace sia a' tuoi figliuoli, co' quali ti stai come in uno bello e verdeggiante giardino di rose e floridi gigli ornato, e come in una mensa di cose elette fornita. Pace ancora alle tue figliuole, di vesti adorne, come sogliono esser le sale de' signori di tappeti e panni di razzo adorne. Pace ancora a tutti i tuoi congiunti, generati di seme de santi, come la Scrittura canta: «I figliuoli de' santi siano benedetti», e possenti dentro e fuori ne' termini de' tuoi reami. Pace a' tuoi fedeli consiglieri, officiali, potestà, e agli altri che tengono ragione. Pace alli capitani di tuoi eserciti, confini e qual si voglia cosa forte. Pace a tutte le nazioni, popoli, città, abitatori, fuor che a' Mori e Giudei. Ultimamente pace a tutte le parrocchie e a tutti li tuoi fedeli in Cristo. Amen.
Ho inteso, signor mio re e padre, che, come aveste notizia del nome mio per Matteo ambasciadore nostro, cosí presto congregaste gli arcivescovi, vescovi e altri prelati, che in gran numero vi erano, accioché avessero a riferire grazie a Dio per questa ambasciaria. Intesi ancora con quanto onore e allegrezza sia stato il nostro ambasciadore ricevuto, per la qual cosa grandemente mi son rallegrato, e honne riferito grazie a Dio: il simile ha fatto il popol mio, con grandissima divozione. Ma mi sono doluto quando intesi il detto Matteo esser morto ne' miei confini, nel monastero della Visione.
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