Di questa mutua ambasciaria è stato anticamente predetto dal profeta nel libro della vita e passione di s. Vittore, similmente ne' libri de' santi padri, che un gran cristiano doveva congiungersi col re dell'Etiopia in grande unione e pace, ma non pensai giamai veder questo nei giorni miei: ma Dio sapeva il tutto, acciò che ne sia lodato sempre il nome suo, che mi mandò il salutifero messo e ha fatto che parimente io potessi mandare i miei messi a te, padre mio in Cristo e amico, accioché noi stiamo in una medesima fede, poi che non ho avuto da nessun altro re cristiano né ambasciadore né alcuna altra ferma notizia. Insino ad ora sono stato circondato da Mori, figliuoli di Macometto, e da gentili e altri che non conoscono Cristo, ma adorano legni e fuoco, e altri il sole, altri pensano i serpenti esser dei, co' quali mai non ho avuto pace, refiutando sempre essi di venire alla vera fede e in vano essendo ogni mio predicare. Or per la Dio grazia mi riposo: hammi Dio dato quiete contra de' tuoi e miei nemici, contra i quali quando ne' miei confini armato apparisco, di timor pieni voltano le spalle, facendo di loro i capitani e i soldati miei grosse prede. E per questo non mi sento Iddio adirato, ma propizio, come dice il Salterio: «Dio adempisce i voti delli re che dimandano cose giuste»: né questo s'appartiene a laude nostra, ma debbonsi referire le grazie a Dio. Questo è quello che vi ha dato il mondo e vi ha conceduto la terra di gentili in perpetuo, e l'altre terre che sono dai vostri confini insino al principio dell'Etiopia.
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