». E nella somma delle lettere avisava come il suo figlio Giovanni Paleologo, il quale due anni inanzi era morto, re de li re romei di Constantinopoli, era stato chiamato a celebrar la sacrosanta sinodo, e con lui era venuto Giosef, patriarca constantinopolitano, con gran numero di arcivescovi e vescovi e prelati d'ogni sorte, tra li quali erano stati ancora i procuratori de' patriarchi antiocheno, alessandrino, gierosolimitano, i quali tutti con lui nell'amore della santa religione e fede fermamente s'erano congiunti, e come, essendo confermata la unità della chiesa, erano state tolte via con l'aiuto di Dio tutte le difficultà del tempo antico, le quali parevano erronee e contrarie alla religione. Queste cose essendo state col debito ordine confermate e stabilite, esso papa aveva voluto di questo donare a tutti una singolare allegrezza. Or noi vi mandiamo questo libro di papa Eugenio, il quale incorrotto avemo conservato: aremmovi anco mandato tutto l'ordine e potestà della benedizion pontificale, se non ci fosse parso troppo grande il volume di queste cose, perciò che in vero di grandezza avanza il libro di san Paulo alle genti. Gli ambasciadori veramente che queste cose dal papa ci portarono furono Teodoro, Pietro, Didimo e Giorgio, servi di Giesú Cristo. Voi veramente, santissimo padre, farete molto bene se ordinarete che sian rivolti tutti i vostri libri, dove facilmente penso che si troverà qualche memoria delle cose che io vi scrivo: per tanto vostra Santità tenghi per fermo che qualunque cosa che con sue lettere ella ne farà sapere, immediate con ogni somma diligenza sarà notata e descritta nei nostri libri, accioché di quella ne rimanga alli posteri nostri sempiterna memoria.
| |
Giovanni Paleologo Constantinopoli Giosef Dio Eugenio Paulo Teodoro Pietro Didimo Giorgio Giesú Cristo Santità
|