E tu, santo padre, abbracciami con tutti i santi di Giesú Cristo che sono in Roma, e in questi medesimi abbracciamenti prego insieme siano ricevuti tutti gli abitatori de' miei regni e quei che stanno in Etiopia. Sia resa grazia al Signor Giesú Cristo con lo spirito vostro. La Santità vostra riceverà queste lettere per mezzo del fratel mio re Giovanni, figlio del potentissimo re Emanuele, da Francesco Alvarez nostro ambasciadore.
Le quali lettere poi che furon compite di leggere, il detto Francesco Alvarez ambasciadore disse queste parole che seguitano in parlar portoghese, le quali allora furon subito replicate in latino dal secretario dell'ambasciador di Portogallo, accioché tutti le potessero intendere, cioè:
«Santissimo e beatissimo padre, il serenissimo e potentissimo signor David, re della grande e alta Etiopia, volgarmente detto il Prete Ianni, non men di osservanza della vera religione che d'imperio, ricchezze, regni eccellente, ha mandato questo suo ambasciadore a vostra Santità con queste lettere che egli v'ha presentato, commettendogli che umilmente, come egli ha fatto, presti vera obbedienza e suggezione in nome di sua maiestà e di tutti i suoi regni a vostra Santità, come a vero vicario di Cristo, successore di Pietro e sommo pontefice di tutta quanta la chiesa; e ch'egli vi offerisca questo picciolo presente d'una croce d'oro, la qual vostra Santità stimerà non tanto per il prezzo, che è piccolo, quanto per riverenza di quella croce sopra la quale il nostro Signor Giesú Cristo per noi si degnò patire, supplicando quella umilmente in nome del detto signore che si degni accettare tutte queste cose con pietoso amor di padre dal suo devotissimo figliuolo».
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