Questi venti adunque, soffiando allo opposito del fiume, spingono l'acqua del mare alle bocche del fiume e impediscono l'entrata sua. Ma nel vero questa opinione non si può difendere, prima perché, se è vero quello che scrivono gli auttori dello spirare delle etesie, falso è che comincino col crescimento del Nilo, anzi cominciano quando quasi è la fine del crescer del Nilo, conciosiaché li prodromi, che sono etesie leggieri, non cominciano se non alle fini di Cancro per giorni otto inanzi le etesie, onde son detti precursori, poi rinforzati e soffiando piú forte si chiamano etesie, quando già il Nilo è alle fini del crescere, di che Plinio cosí ne scrive: «Nell'ardentissimo fervore della state nasce la stella della Canicola, entrando il sole nella prima parte di Leone, il qual dí è il quintodecimo innanzi le calende d'agosto: nel nascer di questa per giorni circa otto prevengono gli aquiloni che chiamano prodromi, ma dopo duo giorni di quel nascere gl'istessi aquiloni soffiano piú fermamente giorni XL, i quali dimandano etesie». Il simile scrive Seneca e Columella e altri, onde si può vedere le etesie cominciar quando già il crescimento del Nilo è alle fini, e questa non poter esser la cagione di tal crescimento, per impedimento che si faccia alle bocche.
Oltra di ciò, se tale impedimento fosse la cagione del crescere del Nilo, si vedrebbe apertamente dagli Egizii, e l'onde del mare vedrebbonsi manifestamente essere spinte contro il fiume, e non accaderia tanto dubitare della causa di questo effetto come si fa; vedrebbesi anco cominciare il crescimento da lí in giú, e andar a poco a poco crescendo allo insú, di che il contrario piú presto si vede; e ultimamente l'acque del Nilo sariano chiare, e non torbide e lutose, il che essendo, dà segno che quella torbidezza proceda da acque che, per molto terreno correndo, portano quel lozzo grasso e torbido.
| |
Nilo Nilo Cancro Nilo Plinio Canicola Leone Seneca Columella Nilo Nilo Egizii Nilo
|