Per il che, lassando ora in sospeso la cagione delle nevi, cercheremo se le pioggie possono essere in causa perché il Nilo a quel tempo cresca. E veramente, se cosí è come da principio abbiamo supposto, che quando il sole comincia a entrar nel Cancro, e per tutto Cancro e parte di Leone, si vedono nella Etiopia diluvii grandissimi di pioggie, il che non solo accertano quelli che vi sono stati a' tempi nostri, ma anco gli antichi scrittori lo confermano, come Diodoro e Plinio e Aristotele nelle sue «Meteore», senza dubbio è da stimare (o ci siano o non ci siano nevi) che tali pioggie siano la cagione del crescimento del Nilo: e questo penso io sia da metter per certo e constante, ove non accade dubitare.
Ma quel di che si può dubitare è questo, donde e da qual causa si facciano quelli diluvii di pioggie nella Etiopia, e come si possano fare in quel tempo che il sole è nel solstizio e tanto abbrucia ogni cosa: di che io trovo oppinioni molto diverse, e alcuni dicono il sole poterlo fare a quel tempo, anzi solo a quel tempo, alcuni lo negano e adducono altra cagione, della qual cosa è da cercare molto diligentemente. Alessandro Afrodiseo, commentando Aristotele nelle «Meteore», nel primo libro ove tratta delle pioggie, dubitando circa quello che dice Aristotele, in Arabia ed Etiopia la state farsi pioggie grandissime, dice che la consistenza delle nuvole e li vapori non si fanno ivi, ma son portati dalli venti che si chiamano etesie, come esso Aristotele dichiara nel trattato del crescimento del Nilo.
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