Piglino nondimeno i benigni lettori in buona parte quel tanto che noi abbiamo discorso sopra le dette difficultà: forse che qualche piú elevato ingegno ritrovarà per l'avenire le vere ragioni con le quali si possa difendere e sostenere quello che da' sopradetti scrittori di tal materia è stato scritto, il che noi non abbiamo saputo fare. E perché in questa navigazione si parla di stadii, sappino che otto stadii fanno un miglio de' nostri di mille passa. Vogliamo ben soggiugnere a questo viaggio di Nearco un altro viaggio di un nostro Veneziano, per essere molto a quello conforme, avendo ambiduo navigato il mare dell'India, se ben l'uno d'essi andasse nel golfo Persico e l'altro nell'Arabico: del sito e maniera del quale, e delle difficultà che si abbia nel navigarvi, la lettura di tal viaggio ne darà tanto buona e piena informazione, che cosí fatta in altri scrittori non abbiamo saputo trovare.
La navigazione di Nearco, capitano di Alessandro Magno, la quale scrisse Arriano greco, gentiluomo di Nicomedia, tradotta di lingua greca nella toscana.
Come Alessandro Magno, avendo desiderio di far navigar il mare cominciando dall'India sino nel golfo Persico, fece capitano dell'armata Nearco, spontaneamente offertosi a tal impresa. Di due fosse, una detta Stura, l'altra Chaumana; di un luogo detto Coreate; dell'isole Crocala e Arbi; del monte Iro; del porto di Alessandro; dell'isola Bibatta e del paese detto Sangada.
In questo libro si contiene la narrazion della navigazione che Nearco fece con l'armata, essendo partito dalle bocche del fiume Indo e andando per il gran mare fino nel golfo Persico, il qual mare alcuni chiamarono Eritreo.
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