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      Che questo paese sia abondante di biade, ve lo dimostrano quelle canne grosse che si vedono stando qui, non molto lontane fra terra». Dopo queste parole, fu ordinato che l'armata si preparasse come si avesse a navigare, e che Archia avesse questa impresa; e Nearco con la sua nave sola si tirò verso il detto castello, mostrando di andare a vederlo. Smontato che fu e approssimatosi alle mura, gli abitatori gli vennero incontro con presenti di pesci e tonni cotti in forno, focaccie piccole e dattili di palma. Costoro sono gli ultimi di quelli popoli che abbiamo detto chiamarsi Ictiofagi, cioè Mangiapesce, che abitano quella costa, e li primi che li Macedoni vedessero che mangiassero cibi cotti. Nearco gli accettò con un viso allegro, ringraziandoli, e disse voler un poco vedere il lor castello: i quali furono contenti, e cosí, lasciati due suoi arcieri alla guardia di una certa porta piccola, Nearco con altri dui e con un delli turcimanni montò sopra le mura, di donde fece segno ad Archia, come aveva prima ordinato. Il quale, veduto che l'ebbe, insieme con gli altri Macedoni spinsero avanti le navi, delle quali essendo smontati, subito corsero verso la città. Li barbari, pieni di maraviglia e di confusione per le cose che vedevano fare, corsero a pigliar l'armi. Nearco allora comandò che il turcimanno con voce alta dicesse che, se volevano che la città fusse salva, era bisogno che gli dessero delle vettovaglie; e rispondendo che non ne avevano, cominciarono ad assaltar quelli che erano sopra le mura, ma facilmente furono ribattuti dagli arcieri che erano con Nearco.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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