A questo modo venne salvo lo esercito ad Alessandro, partito dalle bocche del fiume Indo.
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Viaggio scritto per un comito veneziano, che fu condotto prigione dalla città de Alessandria fino al Diu nella India, col suo ritorno poi al cairo del 1538.
Come dell'anno 1537, rotta la guerra dal signor turco alla illustrissima Signoria di Venezia,
furono ritenute in Alessandria le loro galee con li gentiluomini, mercanti e marinari,
e condotte le loro robbe, e condotti da Alessandria per terra al Sues, porto del mar Rosso,
per farli navigare in quel mare.
Scriverò un viaggio fatto non per volontà nostra, ma per necessità nelle Indie, seguendo la persona di Soleyman bassà eunuco, il quale era mandato da Soleyman sach, imperatore de' Turchi, alla espedizione contra Portoghesi, nel tempo che fu rotta la guerra del 1537 alla nostra illustrissima Signoria di Venezia, e che noi eramo in Alessandria con le galee sue di mercato, delle quali era capitano il magnifico messer Antonio Barbarigo. Fummo intertenuti nella detta città di Alessandria in quelli tempi, senza aver modo di trafficare né contrattar le nostre mercanzie, e stemmo lí fino alli 7 di settembre 1537, nel qual giorno il consolo della nazion veneziana, chiamato messer Almorò Barbaro, e il capitano predetto Barbarigo, li mercatanti e tutti li marinari e robbe di cadauno furono ritenute e condotte in la torre della Lance; e dipoi fatta elezion di tutti quelli che erano atti al servizio del mare, tra' quali era uno anco io, fummo inviati cinquanta per volta al Cairo e mandati de lí al bassà Soleymano.
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