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      Siché, venuto che fu il detto Cosa Zaffer in galea, e con lui il detto viceré, il bassà li fece onore e domandogli delle cose da terra, e loro gli esposero come nel castello erano da cinquecento persone da fatti e trecento altri, ma che loro già giorni ventisei gli avevano posto assedio, e che con gl'Indiani bastava loro l'animo di torli il castello, se esso voleva dare lor arteglieria e munizione, che altro non volevan da lui: onde il bassà li donò due belle veste per ciascuno. E in questo tempo che il Cosa Zaffer e il viceré stavano a ragionar con il bassà, li Turchi smontorno in terra con le lor arme, e andorno e saccheggiorno la terra, facendo mille disonestadi agl'Indiani; e sopra tutto saccheggiorno le case del viceré, e li tolsero tre belli cavalli, e drappamenti e argenti e tutto quello trovorno, e scorsero sino al castello e scaramucciorno con Portoghesi. Dapoi venne il viceré nella terra e ritrovò la casa sua essere stata svaligiata, e adimandò alli suoi schiavi la causa di simil cosa, e loro li risposeno come li Turchi erano stati, e che avevano fatto diversi altri mali per la terra: il che inteso per il viceré, di subito mandò per alcuni suoi capitani e pose alcune sue cose ad ordine, e la notte seguente si partí con forsi persone seimille e andò alla terra del re, la qual era da due buone giornate fra terra. E in detta notte venne una fusta di quelli di terra e portò rinfrescamenti per nome del re, cioè pan fresco, noci d'India, carne, risi cotti e altre robbe, e il tutto fu dispensato sopra la galea del bassà.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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