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      Adí 13 l'armata si levò dal Diu dalla banda di ponente e andò a quella di levante, larga miglia due, e il castello tirò alcune botte di artegliaria, e sfondrò una galea e ruppe ad un'altra l'antenna.
      Adí XV il bassà smontò dalla maona e andò sopra la bastarda, e fece metter tutti li cristiani in ferri, e mandò a tuor una vela bianca di un'altra galea, perché la sua era divisata: e questo fece perché si aspettava l'armata di Portoghesi, e non voleva che si sapesse in qual lui fosse. E dubitando ancora dell'artegliaria, fece far a poppa una gran curcuma di gomene e di ogni sorte cavi, assai bastante per sicurtà di una artegliaria quando l'armata fusse venuta, perché era spauroso e senza animo.
      Adí XVII, che fu la vigilia di san Luca, il bassà fece tagliar la testa ad uno delle galee veneziane, e questo per aver detto: «La mia Signoria non è morta».
     
     
      In che modo furono disposte le artegliarie per batter il castello, e come quelli di dentro uscirono e abbruciorono li sacchi di gottone gettati nelle fosse per Turchi in gran quantità. Del soccorso venuto a' Portoghesi, e come, i Turchi essendo all'ordine per dar la battaglia ad un castelletto, quelli di dentro con trombe di fuoco e archibusi li ributtarono.
     
      Adí 22 il bassà mandò a dire a tutti i bombardieri che erano in terra, che in tutto potevano esser da 400, però che ogni giorno ne veniva morto qualche uno dall'artegliarie, che quello al quale bastava l'animo di gittar giuso lo stendardo grande della fortezza, gli doneria maidini mille e una vesta: la qual cosa per uno sangiacco fu detta alli cristiani, e di piú gli offerse far libero quello il qual gittava giú detto stendardo, che era in mezzo di un torrione grande.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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