Visto questo, il bassà mandò a dire a quelli che scampavano che dovessero tornare sopra la sua testa, perché lui li daria buon soldo e li faria suoi soldati, onde li vennero da CC negri abissini, li quali erano soldati del re: questi sono uomini valenti, terribili, che non stiman la vita, e corrono poco manco di uno cavallo, e vanno tutti nudi, ma cuoprono con uno facciolo le lor vergogne; e portano per arme alcuni un gran bastone di corniolo, ferrato, e alcuni zannettine da trarre a modo di dardi, e alcuni una spada corta un palmo manco di quelle che usano i cristiani, e universalmente tutti hanno alla cintura un pugnale storto alla moresca. Giunti che furno questi tali, il bassà li fece domandar a uno per uno come avevano nome, e li fece scriver e notar piú soldo di quello che avevano avanti; e come gli ebbe scritti, li mandò via, facendoli intender che la mattina seguente dovessero tornare, ma che altramente non portassero arme, e che li daria le sue paghe: e questo facessero perché il bassà voleva che gli baciassero la mano, e però non bisognava portassero arme. Giunti che furon la mattina, li fecero poner giú l'armi e venir ove il bassà era sentato appresso d'una tenda in campagna, e i Turchi tutti erano posti in arme all'ordinanza e in cerchio: e fatti intrar quelli negri in mezzo, come vi furno tutti, fatto segno secondo l'ordine dato, in un instante furno tagliati a pezzi. Dapoi fatto questo, il bassà lasciò alla custodia di quel luogo un sangiacco con mille Turchi.
E sappiate come la terra e il luogo del Zibit è bellissimo, ed è dotato di acque vive in gran quantità, e ha di bellissimi giardini e assaissime cose che non sono in alcuna parte dell'Arabia, e massime zibibbi damaschini senza nocciolo, e altri perfettissimi frutti come dattili, e assai carne, e onestamente formento.
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