Ora tornando a proposito, dico che questa navigazione d'Arriano, per essere stata scritta in lingua greca, è molto scorretta e fragmentata, e questo solamente per la lunghezza del tempo e negligenza di quei che l'hanno trascritta; né, per diligenza che si abbi usata, ho potuto mai trovar alcun esemplare scritto a mano. Pur questa cosí fatta ne dà grandissima cognizione, oltre a quel che è scritto per Strabone e Plinio, cioè che insino in Malacca e tutta l'India si navigasse al tempo de'Romani, come si fa al presente per i Portoghesi. E per discorrere alcuna cosa sopra di questo, dico che detto auttore nomina tutti li luoghi, porti e promontorii che a suo tempo erano celebri nella parte della Trogloditica, ch'oggidí è abitata da signori arabi. E anco, uscendo poi fuor del detto mare, fa menzione di tutti gli altri sopra l'Etiopia sino alle Rapte di Azania, che eran l'ultime delle quali egli avesse cognizione, e mette la distanzia da un luogo all'altro per numero di stadii (che cosí allora si costumava appresso a' Greci, sí come nella navigazione di Nearco si ha letto), e vi si vede pur differenza dell'ordine nel quale li mette Tolomeo nei suoi libri, come fa anco in tutte le città, porti, golfi e promontorii orientali nominati d'Arriano, percioché Tolomeo, oltre le Rapte, mette il discoprire insino al promontorio Prasso, ultimo luogo della terra cognita.
Del promontorio Prasso, qual era dove ora è Monzambique; di Aromata, Azania e le Rapte, Penda, Zenzibar, Munfia, Menuthias. Onde proceda l'alterazione delle forme e colori degli uomini e animali.
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