E al predetto luogo mercatantesco si portano le cose di sopra narrate, e quivi nasce la cassia, il zigir, l'asifi e speciarie, e magla e moto e incenso. Da Tabe quattrocento stadi, costeggiando la chersoneso (cioè quella parte di terra ferma che è quasi isola), appresso quel luogo dove il corso dell'acqua tira, è un'altra terra mercatantesca chiamata Opone, nella quale si conducono le predette cose, e ivi nasce gran quantità di cassia e di speciarie e moto, e schiavi molto buoni (e per lo piú si portano in Egitto), e anche assaissime testuggini, molto migliori di tutte le altre che si trovano altrove. Navigasi a tutti questi luoghi detti di sopra dalle parti di Egitto circa il mese di luglio, chiamato epifi, e anche dai luoghi piú adentro di Ariace e dei Barigazi si sogliono portare a questi medesimi mercati diverse cose: formento, riso, buttiro, olio sisamino, tele chiamate monoche e sagmatogene, e cintole, e mele di canna chiamato zucchero. E alcuni a posta navigano a questi mercati, e alcuni passando di là caricano i navili di ciascuna cosa che s'imbattono a trovare. Il paese non è governato da alcuno re, ma in ciascun luogo governa il suo proprio signore.
Dopo Opone, estendendosi lungamente la costa per il piú verso mezzodí, i primi sono li luoghi di Azania detti Apocopi piccoli e grandi, commodi per sorgere, e fiumi a sei giornate verso gherbino; dipoi per sei altre giornate è un lito grande e un piccolo, dopo li quali, seguitando il viaggio di Azania, primamente è quello che è chiamato di Sarapione, dipoi quel di Nicone.
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