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      Dopo la Felice Arabia segue una continua e lunga costa e un colfo, che si estende piú di duemila stadi, la quale è piena di ville abitate da pastori e dagl'Ictiofagi; e trapassato il suo promontorio vi è un altro luogo mercatantesco vicino alla marina, nominato Cana, del regno di Eleazo, paese che produce incenso, appresso del quale sono due isole deserte, una chiamata degli Ucelli e l'altra Trulla, lontane da Cana centoventi stadi, di sopra alla quale fra terra vi è una città principale detta Sabbatha, nella quale fa residenzia il re. E tutto l'incenso che nasce nel paese, nella predetta città come in un magazzino è portato con cameli e con zattere di cuoio che quivi usano, cioè fatte di otri, e anche con altri navili. E questa città ha commerzio nelle terre di là dai Barigazi, dove si faccia mercanzia, e in quelle della Scizia e degli Ommani e della Persia, che le è vicina. Quivi si conduce dall'Egitto qualche poco di formento e di vino, sí come anche a Muza; medesimamente vesti arabesche e semplici e communi, e anche delle bastarde piú abondantemente, e rame e stagno e corallo e storace, e tutte le altre cose che si portano anche a Muza; e la piú parte delle robbe che presentano al re sono argenti ben lavorati e danari, e cavalli, e figure di bronzo, e vestimenti semplici eccellenti. Di qua si cavano mercanzie che sono del paese, cioè incenso e aloe; delle altre cose hassene da poter cavare secondo che ella ne ha avuto dagli altri luoghi mercatanteschi. Navigasi a questa città quasi al medesimo tempo che a Muza, ma piú a buon'ora.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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