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      Egli mandò ambasciadori a tutti li re mori, persuadendo loro che portassero quelle berrette rosse, e se non le volevano portare, mandava a disfidargli, e dir che anderia contra di loro e piglieria le terre e fariagli credere in Hali. Questa ambasciata mandò al gran soldano del Cairo e al gran Turco, i quali gli risposero aspramente e fecero lega contra di lui. E quando siech Ismael intese le lor risposte, deliberò di andar contra al gran Turco, e con molta gente a cavallo e a piè si aviò contra di lui: e il Turco gli venne incontro, ed ebbero insieme molto gran battaglia, della quale rimase vincitore il gran Turco, per la molta artegliaria che fece condur seco. E siech Ismael non combatteva con la sua gente se non per forza di braccia, e gli uccisero gran quantità di gente, ed egli fuggí; e il Turco, ammazzandogli molta gente, lo seguitò insino che lo rimesse in terra di Persia, e di lí se ne ritornò in Turchia.
      Questa fu la prima volta che il detto siech Ismael fu rotto, per la qual cosa diceva che voleva tornare in Turchia con maggior potenzia e provisto d'artegliaria. Egli signoreggia parte di Babilonia, Armenia, Persia, e gran parte di Arabia e della India appresso il regno di Cambaia. Il suo proposito era di aver nelle mani la casa della Mecca. Questo siech mandò un ambasciadore con molti presenti al capitano del re di Portogallo che stava in India, dimandandogli patti, pace e amicizia: e il capitan maggior la ricevette insieme con i presenti, e tornò a mandargli un'altra ambasciata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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