E non solo il re, ma tutti gli altri che possino successivamente del regno essere eredi, come crescendo sono atti di saper comandare e governare, e che pare al consiglio che cerchino di voler darsi al governo, li fan prendere e cavar gli occhi, rinchiudendoli dentro ad una casa, di maniera che sempre vi sono X o XV di questi tali ciechi, alli quali insieme con le lor moglie e figliuoli è dato da vivere, di sorte che quelli che regnano vivono sempre con questa paura. Questo re tiene per pompa al suo servizio gran gente d'arme e cavalleria, ancor che si dica per guardia, i quali tutti hanno onorata provisione e stanno sempre con le lor armi nella corte, e ne manda ancora, quando fa di bisogno, nelle fortezze di terra ferma.
In questa città si battono monete d'oro e d'argento, e quelle di oro chiamano sarafini, le quali vagliono trecento maravedis, delle quali la maggior parte sono mezzi, che vagliono centocinquanta maravedis: ed è moneta tonda come la nostra, con lettere moresche da ogni banda. La moneta di argento è simile ad un fanan di Calicut, con lettere moresche, e val cinquantacinque maravedis, i quali son detti in quella lingua tangas: ed è argento molto fino, e di lega di dodici danari. Delle quali monete, cosí d'oro come d'argento, vi è tanta quantità che ne son portate per tutta l'India, dove elle hanno un gran corso.
Al detto regno d'Ormuz arrivò già un'armata del re di Portogallo, di cui era capitano il signore Alfonso di Alburquerque, il quale avendo procurato di aver intelligenza con questo regno, li Mori che governavano non volsero, per la qual causa gli mosse guerra in tutti li porti di mare, faccendo lor molti danni.
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