Del regno di Ulcinde, che sono i popoli ictiofagi.
Uscito del regno d'Ormuz si entra in quel di Ulcinde, ch'è posto fra la Persia e l'India: è regno da sua posta, e il suo re è moro, e la maggior parte della gente del paese son mori; vi sono ancora Gentili, sudditi a detti Mori. Il dominio di questo re è grande infra terra, ma ha pochi porti di mare; è abbondante di cavagli. Da levante confina col regno di Cambaia, da ponente con la Persia; ubidisce al siech Ismael. Quivi sono Mori bianchi e bruni, i quali, ancor che abbino il parlar loro particolare, nondimeno parlano persiano e arabesco. In questo paese si trova poco formento e orzo e carne, ed è tutto pianura, dove si vedono pochi boschi o arbori; e si servono poco del navigar per mare, ma vi sono grandissime spiagge deserte, sopra le quali attendono molto al pescare e pigliano di grandissimi pesci, li quali insalano cosí per uso del paese come per caricare in certi navili piccoli e portargli in altri regni. In questo paese mangiano li pesci secchi, e anco li danno a mangiare alli cavalli e ad altri bestiami. Vi vengono alcune navi dell'India con zuccheri, risi e altre specierie, legnami, tavole, canne grosse quanto la gamba di un uomo, delle qual mercanzie fanno gran guadagno; e di qui levano bambagi, cavagli e panni. Per mezzo del detto regno corre verso il mare un fiume grandissimo, il qual viene della Persia, e pensano che abbia origine dal Eufrates, benché nol sappino certo. Sopra questo fiume sono molti gran villaggi di Mori ricchissimi, per esser ivi il paese molto grasso, abbondante e copioso d'ogni cosa.
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