Hanno le lor donne bianche e molto belle, similmente bene ornate di vestimenti, e possono pigliarne in matrimonio quante ne possono mantenere per onorar la setta macomettana: e cosí ve ne sono di quei che ne hanno chi tre, chi quattro e chi otto, e di tutte hanno figli e figlie. E questi Mori di Cambaia parlano molti linguaggi, come di Arabia, di Persia, di Turchia e Guzzuratte. Mangiano pane di formento e riso e carne d'ogni sorte, eccetto la porcina, per esser vetato dalla lor legge; sono uomini dati a' piaceri, e si dan buon tempo, consumano robba assai. Essi van sempre con le teste rase, e le donne con bei capegli; quando escon delle lor case vanno a cavallo e in carrette, e tanto coperte che niuno le può vedere. Son uomini gelosi molto, e possono quando vogliano repudiarle, pagando loro una certa quantità di danari che si promette quando si maritano con esso loro: ed elle repentendosi han la medesima libertà di repudio.
Questo re di Cambaia è di poco tempo nel reame, ed era chiamato il padre sultan Maumetto, del qual non voglio restar di scrivere quanto io intesi, cioè che costui fu creato nutrito da picciolo in veleno, temendo il padre che, per l'usanza che è in quel paese di uccidersi con questo inganno i re, a lui non avvenisse il caso. Questo re lo cominciò a mangiare in sí poca quantità che non gli potesse nuocere, e dopo pian piano lo andò accrescendo, in modo che dopo ne mangiava quantità grande; onde divenne cosí velenoso che, se una mosca se gli poneva sopra una mano, si gonfiava e cadeva incontanente morta, e molte donne con chi egli dormiva morivano tosto del suo veleno, il quale esso re non poteva lasciar di mangiare, perché non usandolo sarebbe incontanente morto, sí come vediamo per esperienza, se gl'Indiani lasciano di mangiare l'amfiam, muoiono presto.
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