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      In detta città si consuma molto avorio in opere sottili lavorate a disegno, come tarsie e altre opere di torno, in manichi di coltelli e spade, manigli, tavolieri da scacchi. Qui sono gran maestri di lavorare a torno, che fanno lettere ben lavorate, paternostri di molte sorti, negri, gialli, azurri, rossi, che son condotti poi per diverse parti. Sono anco gran gioiellieri, che conoscono le gioie buone e ne sanno far similmente di false d'ogni sorte, e delle perle che paiono naturali. Si trovano anche gran maestri orefici di far vasi d'argento e grandi e piccoli. Qui si fanno belissime coltre, tornaletti, cieli e padiglioni con disegni, e lavori sottilissimi e pitture, e vestimenti imbottiti in diverse e varie maniere; qui si acconciano coralli, corniole e ogni sorte di gioie, di pietre.
     
     
      Del luogo detto Limadura.
     
      Passata la città di Cambaia, andando piú fra terra, si truova un luogo detto Limadura, dove è la miniera delle corniole, delle quali si fanno li paternostri per Barbaria: questa è una pietra bianca come il latte, che ha anco del rosso, il qual col fuoco lo fanno piú colorito; ne cavano pezzi grandi, delli quali vi son gran maestri che li lavorano in diversi modi, cioè di lunghi, in otto faccie e di molte altre maniere e foggie; ne fanno anco anelli, bottoni e manichi di spade. Li mercatanti di Cambaia li vanno a comprare e l'infilzano per portarli a vendere nel mar Rosso, di donde sono poi condotti alle nostre parti per via del Cairo e Alessandria, e similmente le portano per tutta l'Arabia, Persia e per la Nubia; al presente le vanno a vendere in India, perché li Mori volentieri le comprano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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