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      Costumi del regno di Narsinga e degli abitanti del paese.
     
      Il detto re, come abbiamo detto, dimora di continuo nei palazzi e poche volte esce fuori; vive molto delicatamente e senza alcuno fastidio, perché tutto il peso si scarica sopra li governatori. Esso e tutti gli abitatori sono gentili. Sono uomini berrettini e quasi bianchi, con i capei distesi negrissimi; sono del corpo ben disposti e delle nostre medesime fattezze e fisionomie, e il medesimo son le donne. Il modo del vestire degli uomini è, dalla cintura in giú, di molti rivolgimenti di panni ben assettati e stretti, poi una camicia curta che agiugne sin a mezzo delle coscie, di panno bianco di gottoni o di seta o di broccatello, aperta dalla parte dinanzi, e alcuni fazzuoli piccoli avolti al capo, e li capelli raccolti in cima, e alcuni con berrette di seta o di broccato; le loro scarpe in piedi senza calze, e una cappa di gottone o di seta listata, e la persona tutta profumata con acqua rosa; li paggi portano le loro spade. Si lavano ogni giorno e dipoi s'ungono con cose odorifere, cioè sandali bianchi, legno aloe, canfora, muschio, zaffarano, tutto macinato con acqua rosata. Portano certi collari stretti al collo, tutti d'oro e pieni di gioie, e nelle braccia manigli, e anelli nelle dita di gioie ricchissimi, e similmente orecchini di gioie e perle. Hanno un altro paggio che porta lor un cappello sottile con un piede alto, che gli fa ombra e guarda dalla pioggia, i quali cappelli sono di panno di seta, molto ben lavorati, con li suoi fiocchi d'oro e alcuni di gioie e con perle, fatti di tal maniera che si serrano e s'aprono: vi sono di quelli che costano da trecento in quattrocento ducati, secondo le qualità delle persone.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Narsinga