Si trovano alcune altre persone che offeriscono la virginità delle lor figliuole a un idolo, e come elle sono di età di dieci anni, le conducono a un monastero e casa d'orazione dove sta detto idolo, accompagnate con tutti i lor parenti, con grandissime feste, come se le maritassero. E fuori del monastero appresso la porta è fatto un poggio di pietra negra quadrata, d'alteza della metà d'un uomo, circondato da scalini di legno, sopra i quali sono poste molte candele e candellieri a olio tutti accesi che abbruciano, perché si fa di notte questa cerimonia. Sopra il detto poggio vi è una pietra di un cubito che ha nel mezzo un buco, nel quale è posto un palo aguzzo, e circondano li scalini con panni di seta tanto alti che le genti che stanno di fuori non possino vedere il secreto di dentro. E la madre della garzona insieme con altre donne entrano in quel luogo, e doppo molte cerimonie e orazioni fanno che la giovanetta sopra il palo acuto rompe la sua verginità, spargendo il suo sangue sopra la pietra.
Questo re di Narsinga ha molte volte guerra col re di Decan, che gli ha preso e occupa molto paese, e similmente con un re gentil del regno d'Orixa, che è fra terra, dove manda i suoi capitani e genti, e allora è necessario che egli vi vada in persona. Il che come delibera di far, se n'esce un giorno alla campagna sopra uno elefante, overo fassi portar sopra una sbarra tutta ornata d'oro e seta riccamente, accompagnato da signori e cavalieri infiniti a cavallo e da gente a piede, e con molti elefanti che gli vanno inanzi, tutti coperti di panni di grana e di seta molto bene a ordine, come suol fare quando va a piacere.
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Narsinga Decan Orixa
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