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      E il tutto scrivono sopra alcune foglie lunghe di palmiere, senza inchiostro, con alcuni stili di ferro, con li quali fanno le linee intagliate con le lor lettere, nel modo che noi scrivemo le nostre. E ciascuno di questi tali tiene fasci di queste foglie scritte e da scrivere: dovunque vanno, se le portano sotto il braccio, e lo stilo di ferro in mano, di modo che sono tutti cognosciuti per scrivani del palazzo. Fra questi ve ne sono otto molto familiari del re e molto onorati, che gli stanno di continuo alla presenza con i detti stili e le scritture sotto il braccio, perché se il re vuol comandar che si facci cosa alcuna, suole adoperar costoro: e però stanno sempre pronti con molte di queste foglie, delle quali n'hanno anco di nette e bianche, ma sottoscritte per mano del re, perché, comandandoli che faccino presto una spedizione, la scrivono sopra le dette foglie e mandanla via immediate. Sono li detti scrivani di gran credito, e la maggior parte vecchi onorati. E quando si levano la mattina e vogliono cominciar a scrivere, pigliano lo stile e la foglia in mano, e ne tagliano un poco con l'altro capo dello stilo, che è fatto tagliente a modo di temperarino, e sopra quel pezzo di foglia scrivono li nomi delli loro Dei, e alzando le mani verso il sole l'adorano: e compita l'orazione squarciano la detta scrittura, buttandola via, e poi cominciano a scrivere ciò che vogliono.
      Questo re tiene mille donne a' suoi servizii, alle quali paga di continuo soldo, e sempre stanno nella corte, per spazzare il palazzo e casa del re: e ne tengono molte a questo officio per riputazione, e cosí a tutti gli altri servizii, conciosiacosaché per spazzar ne basteriano cinquanta, ma ne sono deputate molte piú. Queste sono gentildonne, ed entrano nel palazzo a spazzarlo due volte il giorno, e ciascuna porta una scopa davanti e un bacino grande pieno di sterco di vacca stemperato in acqua, e tutto quello che scopano vanno poi imbrattando con la mano dritta di quello sterco una volta, cosí sottilmente che immediate si secca.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307