E cosí caricate si partivano ogni anno dieci o dodici navi del mese di febraro, e facevano il lor viaggio verso il mar Rosso, e alcune per la città di Adem e anco al porto del Zidem, dove vendevano le lor mercanzie ad altri, che le portavano poi in navili piú piccoli al Sues, e di lí per terra al Cairo e dal Cairo in Alessandria. Queste navi ritornavano cariche di rami, argenti vivi, cinaprii, coralli, velluti, amfian, damaschi, acque rose, cortelli, ciambellotti di colore, panni scarlatti e pavonazzi, velluti colorati, oro e argento e altre cose; e solevano giugnere in Calicut nel mese d'agosto insino a mezzo ottobre del detto anno che si erano partite. Questi Mori se ne andavano molto ben in ordine, sí del vestire come di ogn'altra cosa, per essere molto dilicati e nel mangiare e nel dormire, e per questa causa, ogni fiata che andavano in viaggio, il re gli dava un Nairo per lor guardia e per servirli, e uno scrivano chetis per tener li conti e governar le mercanzie, e un sensale per aiutargli a far i mercati. Alle quali tre persone il mercatante pagava un tanto per il lor vivere, e questi tutti servivano molto bene; e quando il mercatante comprava spezie, li venditori gli davano per ciascuna faragiola di gengevo, che è vinticinque libbre, quattro libbre di esso per li detti tre servitori, e cosí d'ogn'altra mercanzia, li quali denari mettevano insieme li mercatanti per pagar detti suoi servitori e ministri.
La città di Cananor.
Nella costa del mare, appresso il regno di Calicut, verso il mezodí è posta la città di Cananor, nella quale si ritrovano molti Mori e Gentili di molte sorti, che sono tutti mercatanti e hanno infinite navi e grandi e piccole, e negoziano tutte le sorti di mercanzie, e principalmente per il regno di Cambaia e per Ormuz, Coulon, Dabul, Bandam, Goa, Zeilam e per le isole di Maldivar.
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