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      E tutto il paese è coperto di palmiere, che sono piú alte che molti alti cipressi: questi arbori alli piedi sono netti e lisci senza alcuno ramo, solamente in cima spandono molte foglie, che vanno in tondo a modo di zazzera, fra le quali vi nasce frutto che costoro chiamano tenga e noi altri cochi, cioè noci d'India, dal quale ne cavano infinita utilità; ed è gran mercanzia, percioché di quella se ne carica ogni anno piú di 400 navi per molte parti. Produce il detto arbore di continuo tutto l'anno li detti frutti, e sempre ve ne sono di nuovi e vecchi, senza che manchino mai. Queste mantengano le genti di Malabar, che non possono dubitare di pericolo di fame, ancora che gli mancassino tutte le vettovaglie, perché questi frutti, cosí verdi come secchi, sono molto dolci e gustevoli. Si può cavare di quelli il latte, come si fa delle mandorle appresso di noi, e ogni coco verde tiene dentro nel mezo un bicchier di acqua fresca saporita, cordiale e di gran sostanza; e poi che è secco quell'acqua si congela dentro a modo d'un pomo bianco, il qual è molto dolce e saporito e si mangia molto volentieri. Fanno similmente di detti cochi olio con li torchi come noi altri, e della scorza vicino alla midolla ne fanno carbone per li orefici, che non possono lavorare con altro; e di quella stoppa che hanno di sopra ne fanno filo, del quale si lavorano sartie e corde. Ma quel che è piú maraviglioso e stupendo, che, faccendo nel detto arbore un buco, ne cavano vino come mosto, di tanta possanza e fumosità quanta un'acqua di vita: e ne colgono in tanta quantità che ne navigano in diverse parti, e di detto vino fanno aceto fortissimo, e similmente zucchero molto dolce, ed è come mele giallo, che è gran mercanzia per tutta l'India.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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