E fu in questo modo, che ritrovandosi il prefato nella città di Coulan, dove tutti erano gentili, andando in abito povero convertendo le genti alla nostra fede, menava seco alcuni pochi compagni naturali del paese; e quivi una mattina apparve nel detto porto un legno grande che andava sopra l'acqua, il qual venne poi a dar in terra. La qual cosa intesa dal re, mandò subito molte genti ed elefanti per tirarlo in terra, ma non fu possibile che lo movessero; venuto poi il re in persona, manco lo poté far movere. Della qual cosa veggendo san Tomaso che il re si disperava, gli disse: «S'io lo cavo dell'acqua, sarete voi contento di darmi tanta terra, dove io possa far una chiesa in nome del nostro Signore Iddio, che qui mi ci ha mandato?» Il re, alzati gli occhi verso di lui con maraviglia, gli rispose: «Se tu vedi ch'io con tutto il mio potere non lo posso cavar, come hai tu speranza di farlo?» «Io lo cavarò, - disse san Tomaso, - con l'aiuto del mio vero Iddio, il qual ha maggior possanza di voi». Allora il re gli fece consegnare il terreno dimandato, e san Tomaso, accostatosi al legno, lo legò con un cordone e lo tirò in terra, dove aveva determinato di far la chiesa. Del qual miracolo rimaso stupefatto e attonito il re, con tutto il popolo che era concorso a veder tal cosa, ma non già per questo si volse far cristiano, ma molta gente si convertí. Il glorioso apostolo, fatti venir molti marangoni e segatori, cominciò a far lavorare in diverse parti il detto legno, il qual solo fu bastante a compir tutta l'opera della detta chiesa.
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