Bengala.
Passato il Gange, per la costa avanti verso levante sta il regno di Bengala, nel quale vi sono molti luoghi e città, cosí fra terra come dietro la costa del mare. Quelli fra terra son abitati da Gentili, che stanno sotto l'obbedienza del re di Bengala, il quale è moro; e li porti da mare sono pieni di Mori e Gentili, fra li quali vi sono gran traffichi di mercanzie e navigazioni per molte parti, perché questo mare è a modo d'un golfo che entra verso tramontana, in capo del quale è posta una gran città abitata da Mori, che si chiama Bengala, con un buon porto. Li abitatori di quella sono uomini bianchi, ben disposti, e vivono in detta città infiniti forestieri di molte parti, cosí di Arabia come di Persia e abissini. E per essere il paese molto grande e di aere temperato, vi concorrono infinite persone, e tutti gran mercatanti, e hanno delle navi grandi fatte al modo di quelle della Meca, e altre al modo di quelle della China, che chiamano giunchi, che sono molto grandi e portano gran carico: e con queste navigano verso Coromandel, Malabar, Cambaia, Tarnasseri, Sumatra, Zeilam e Malaca, e trafficano ogni sorte di mercanzie da una parte all'altra. Vi nasce di molto bambagio, e di quello che è fino, e molte canne di zucchero e gengievo buono e molto pepe lungo. Si lavorano quivi molti panni di bambagio eccellentemente dipinti per il lor vestire, e alcuni altri bianchi che sono per mercanzia per diverse parti, e li chiamano saranetis, che sono vergati come fazzuoli da donne, delli quali quivi se ne fa grandissima stima: e li Arabi e Persiani ne fanno le tocche o vero fazzuoli per la testa, in tanta quantità che ne caricano navi per diverse parti; ne fanno anco alcuni detti mamuna, altri daguza, altri cautares, altri topazii e sinabaffi, e sono molto stimati per far camicie, perché durano longamente.
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