Sono tutti di lunghezza di braccia venticinque veneziane, un poco piú o manco, e se n'ha buon mercato; son filati da uomini a molinello, e poi tessuti. In detta città si fa zucchero bianco e buono, ma non lo sanno fare in pani ma in polvere, e lo mettono in sacchi di tela coperta di cuori crudi e ben cuciti, e ne caricano molte navi per diverse parti. Quando questi mercatanti potevano andare liberamente senza paura alle parti di Malabar e Cambaia con le lor navi, valeva in Malabar il cantaro di detto zuccaro duoi ducati e mezzo, una pezza di tela detta beatillas per far tocche da donne trecento maravedis, un panno detto cautare seicento; e quelli che conducevano dette mercanzie guadagnavano molti danari. Fanno in questa città di Bengala molte conserve di gengevo verde e buono, di naranzi, limoni e di altri frutti che nascono nel paese, che sono eccellenti acconci col zucchero. Trovansi quivi molti cavalli, vacche, castroni e di ciascuna sorte di carne d'animali in molta abbondanza, e sopra tutto galline, che sono grandissime e smisurate. Li Mori mercatanti di questa città vanno fra terra a comprar garzoni piccolini dalli lor padri e madri gentili e da altri che gli rubbano, e li castrano levandoli via il tutto, di sorte che restano rasi come la palma della mano: e alcuni di questi moiono, ma quelli che scampano gli allevano molto bene, e poi vendono per cento e ducento ducati l'uno alli Mori di Persia, che gli apprezzano molto, per tenerli in guardia delle lor donne e della lor robba e per altre disonestà.
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