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      Quivi stanno sin a mezzogiorno, e affannate dal caldo sudano tanto che vanno tutte in acqua, che gli trapassa tutti li vestimenti. Dipoi, fattele mutare di vestimenti novi, li sudati sono portati al re, i quali ad uno ad uno va odorando, e quelli che ei trova che non abbian buon odore li dona, e fa grazia alli suoi gentiluomini e cortigiani che sono quivi presenti a pigliare queste tali vesti, perché con quelle s'intende che la fanciulla sia sua, e se la fa venir a casa; l'altre, che hanno buono odore, tiene per sé: e dicono che con questa esperienza si conoscono quelle che sono sane e di buona complessione. E cosí di continuo si osserva questa usanza e ordine, e ogni anno gli vengono condotte da queste dodeci città centoquarantaquattro, fanciulle, e le scieglie come è detto. E ha anco molti altri palazzi deputati per andar a caccia d'uccelli e d'animali, e dove fanno diversi giuochi, musiche e conviti suntuosi.
     
     
      Il regno di Pegu.
     
      Voltandosi alla costa del mare, passato il regno di Verma verso sirocco, si trova un altro regno di Gentili molto ricco e copioso, di gran traffico di mercanzie per navicarle per mare, il qual si chiama Pegu. Questo regno ha tre o quattro porti da mare, dove abitano infiniti Mori e Gentili, grandissimi mercatanti; e la propria città di Pegu è lontana dal mare da ventiquattro in trenta miglia, sopra un ramo d'un fiume grandissimo che corre per questo regno, e dicono che vien d'alcune montagne altissime, e che in certi mesi dell'anno fa cosí gran crescere ch'egli esce fuori del vaso e bagna un grandissimo paese, che poi seminato produce una gran copia di riso.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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