Li re molto le stimano e ne fanno grandissimo conto. Son questi popoli grandissimi cacciatori, e hanno molti cavalli e cani da caccia, e uccelli da rapina per andare a falcone. Quando vanno alla caccia, conducono seco le lor mogli in carrette molto ricche, coperte dentro e di fuori di seta, e li re e signori vanno similmente in dette carrette, ma quando sono sulla caccia montano a cavallo. Le donne sono bianche e di bel corpo, e di gentil viso, ma alquanto largo; sanno cantar molto bene e parlar con gran gentilezza, ma sopra tutto sanno far lavori eccellenti delle lor mani con l'ago.
L'isola della Giava minore.
Piú avanti della detta Giava maggiore vi è un'altra isola, similmente grande e abbondante di tutte le sorti vettovaglie, abitata da Gentili col loro re gentile, e hanno lingua propria. Nelli porti di mare vivono alcuni Mori soggetti al re gentile. Questa isola si chiama tra costoro Ambaba, e fra li signori arabi e persiani Giava minore.
[Qui mancano alcune righe.]
Passata un'isola piccola che si chiama Nucopora, che ha nel mezzo un fuoco ch'arde di continuo... Sonvi molti che usano cavalli, e son cacciatori, e le donne attendono ad allevar animali.
L'isola di Timor.
Passata la Giava minore, trovansi molte altre isole grandi e piccole abitate da Gentili, e vi sono alcuni Mori, i quali stanno in una isola detta Timor, ove è pur un re gentile, e hanno lingua propria. Qui nascono molti sandali bianchi, e quelli che li vanno a comprare vi portano ferro, acce grandi e piccole, coltelli, spade, panni di Cambaia, di Paleacate, vasi di porcellana, paternostri d'ogni sorte, stagno, argento vivo, piombo; levano ancora da detta isola mele, cera, schiavi, e qualche poco d'argento che si trova in essa.
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