Sonvi molti di loro frati e preti; vanno spesso in peregrinaggio in Gierusalem; sono riputati uomini di verità, leali. Di questi tali molte fiate, di schiavi che vengono fatti in guerra, diventano signori grandi e re, e principalmente in Bengala, Adem, Xaes, Fartaque, Delaqua e Suaquem. Le mercanzie che si portano nella terra degli Abissini sono ogni sorte di panni di seta di colori, odori, matamugi, che son paternostri d'India di minera, panni bassi di Cambaia, paternostri d'ogni sorte di vetro e cose cristalline, panni bianchi, dattili, posti in fardi, e amfian, cioè oppio. Le mercanzie che si cavano all'incontro sono oro, avorio, e alcuni cavalli piccoli, e schiavi, e infinite vettovaglie.
Del mar Rosso, e provincie e isole che sopra quello confinano.
Questo colfo di mare ha molti nomi: si chiama il sino Arabico, per confinar con l'Arabia da una banda e dall'altra; mar Rosso, perché nelle sue ripe verso il Suez si vede la terra rosseggiare, e anco dagli antichi fu chiamato Eritreo, cioè rosso; si nomina lo stretto di Mecca, perché qui dentro vi è la città di Mecca, dove giace il corpo di Macometto, al quale vanno in peregrinaggio tutti li Mori.
Dalle porte dello stretto di questo mare fino all'ultimo luogo detto Suez, vi sono diverse provincie, cioè da levante l'Arabia Deserta e Petrea; dalla banda degli Abissini alcuni altri popoli detti Arabi al presente, appresso le isole di Delaqua e fino alla Mecca, dalla quale fino al Toro è la Arabia Deserta, che confina verso il mar Mediterraneo e verso l'Egitto.
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