Della città di Ternassari, e la copia degli elefanti e verzino che vi sono; e della città di Cernovem, e grandezza del Gange, e canne che vi nascono.
Partitosi dall'isola Taprobana, per dicessette giornate con gran travaglio di fortuna arrivò alla città di Ternassari, la quale è posta sopra la bocca d'un fiume che ha il medesimo nome: e tutto 'l paese che v'è all'intorno è copioso di elefanti, e vi nasce molto verzino. E di qui poi fatto un lungo cammino per mare, giunse nella bocca del fiume Gange, per il qual postosi a navigare, in capo di venti giornate capitò ad una città posta sul detto fiume, chiamata Cernovem; il qual fiume è tanto grande che, essendo nel mezzo d'esso, non si può vedere terra da parte alcuna: dicesi che in qualche luogo è di larghezza XIII miglia. Nelle rive di questo fiume nascono canne tanto lunghe e grosse che un uomo solo non le può abbracciare d'intorno, e fanno d'esse battelli piccoli al modo di almadie per pescare, perché la scorza è di grossezza d'un palmo, e infra un nodo e l'altro è tanta distanza quanto è lungo un uomo: e a quella misura se ne fanno schifi da navigare pel detto fiume, nel quale vi sono cocodrilli e diversi pesci a noi incogniti. Sopra una riva e l'altra del fiume si ritrovano di continuo luoghi e città, e giardini molto belli, e orti ameni dove nascono infiniti frutti, e sopra tutti quelli detti musa, piú dolci del mele, simili a fichi; e vi nascono anche delle palmiere, che fanno il frutto che noi altri dimandiamo noci d'Indie, e altri frutti di varia sorte.
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