Ne fanno ancora d'essi fiocchi incastrati in oro e in argento, e gli mettono sulle groppe di cavalli, dove spargendosi vengono a coprir tutta la groppa, e appresso gli attaccano al collo, dal quale pendendo adornano il petto; e ancora i cavalieri gli portano in cima delle lancie, in segno di gran nobiltà.
Della nobil città di Cambalu e della sua mirabil fortezza, e de' costumi di quel popolo,
e della città di Quinsai.
Piú oltre di questa provincia di Mangi, se ne trova un'altra che è la miglior di tutte l'altre del mondo, nominata il Cataio, il signor della quale si fa chiamare il gran Cane, che nella sua lingua vuol dire imperatore; e la principal città e la piú nobil si chiama Cambalu, la quale è fatta in quadrangulo, e ha di circuito XXVIII miglia. E in mezzo di questa vi è una fortezza molto bella e forte, nella quale è posto il palazzo del re, e in ciascuno di quei 4 anguli è fabricato un castello in tondo per difensione: e ciascuno d'essi ha quattro miglia di circuito, e quivi sono riposte l'armi d'ogni sorte per guerreggiare e per combatter terre, e di continuo stanno in ordine e apparecchiate genti per ogni bisogno che accada. E dal suo palazzo regale si può andar sopra le muraglie, che son fatte in volta, a ciascuno di detti quattro castelli, e questo acciò che, se si sollevasse il popolo contra il re, possa ad ogni suo piacere ritrarsi in quelli. Oltra questa città per quindici giornate, ve n'è un'altra molto grande dimandata Quinsai, la quale da poco tempo in qua è stata fatta di novo da questo re: ha trenta miglia di circuito, e piú populata dell'altre.
| |
Cambalu Quinsai Mangi Cataio Cane Cambalu Quinsai
|