Una di queste, sopra delle quali era capitano Alvaro Meschita, figliuolo d'un fratello di Magaglianes, fu portata dal reflusso un'altra volta in mare, per quel medesimo golfo per il quale esso era entrata. E considerando gli Spagnuoli ch'eran sopra detta nave che erano molto discosto dall'altre, accordatisi insieme di ritornare in Spagna, pigliarono il lor capitano e quello misero in ferri, dirizzando il cammin loro verso il nostro polo; e finalmente furono trasportati ai liti della Etiopia, dove pigliate vettovaglie, otto mesi dapoi che s'erano partiti dalli compagni giunsero in Spagna, dove fecero confessare con tormenti ad Alvaro come suo zio Magaglianes per suo consiglio si fusse portato tanto crudelmente verso i Castigliani.
Magaglianes veramente aspettò in vano questa nave assai giorni oltre il tempo determinato. Quelli dell'altra, essendo ritornati, dissero che non avean trovato altro che alcuni golfi di mar basso, con scogli e rupi altissime. Gli uomini della terza nave avendo referito che pensavan che questo golfo fusse uno stretto di mare, perché avevan navigato tre giorni né avevan trovato alcuna riuscita, ma quanto piú di lungo andavano piú stretto spazio di mare trovavano, e di tanta profondità che in molti luoghi con lo scandaglio mai avevan potuto toccare il fondo, e che avean considerato il crescere del mare esser maggiore che il discrescere, e per questo pensavano che per questo stretto si potesse andare in qualche altro gran mare: per queste ragioni adunque deliberò Magaglianes navigar per questo stretto, il qual per allora non si sapeva che fusse stretto di mare, perché qualche volta era largo tre miglia italiane, e alcuna volta due, alcuna volta dieci, e spesse volte cinque; e voltavasi un poco verso ponente, ma l'altezza del polo antartico fu trovata passar 52 gradi, la lunghezza dal partir loro di casa sua era quella medesima che al golfo di San Giuliano.
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