Il re di Mathan, vedendo che i nostri s'approssimavano, fece venir all'ordinanza circa tremila de' suoi. Magaglianes messe in terra i suoi con archibusi e armi da guerra, i quali benché vedesse esser pochi rispetto degli nimici, che intendeva esser genti bellicose e che adoperavan lance e altre armi lunghe, gli parve nondimeno esser molto meglio combatter con costoro che o ritornar indrieto, o adoperar le genti che gli avea dato il signor di Zubut. E però confortò i suoi soldati che stessino di bona voglia, che non si spaventassino per la moltitudine de' nimici, conciosiaché spesso avean veduto, e massime ne' giorni passati nell'isola Ivuagana, che dugento Spagnuoli avean messo in fuga dugentomila e trecentomila Indiani. Poi disse a quelli che gli avea dato il signor di Zubut che non gli aveva menati per combattere, né per dar animo a' suoi, ma solo acciò che vedessino la gagliardezza de' suoi soldati nel combattere. Finite queste parole, andò con grande impeto adosso gl'inimici, e combattessi valentemente dall'una banda e dall'altra. Ma essendo li nostri superati dalli nimici, sí per esser maggior numero, sí ancora perché usavano armi piú lunghe delle nostre, con le quali davano ai nostri molte ferite, e alla fine esso Magaglianes fu passato da una banda all'altra e morto; gli altri, benché per ancora non mostrassino d'esser superati, nientedimeno avendo perso il lor capitano si ritornarono indietro. Gli nimici, ancor che si ritirassero in ordinanza, non ebbero ardire di seguitargli.
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