Dipoi alquanti giorni se n'andò a trovar il signor di Zubut, e gli fece intendere come l'avarizia degli Spagnuoli era insaziabile, e che essi avevano deliberato, superato che gli aranno il re di Mathan, venir contro di lui e menarlo prigione; che altro rimedio non si poteva trovar alle cose sue se non che, cosí come essi cercavano d'ingannar lui, cosí egli cercasse ingannar loro. Il signor barbaro credette ogni cosa, e fece pace ascosamente col re di Mathan e con gli altri, e accordoronsi insieme di ammazzar tutti li nostri. Fu chiamato a un sollenne convito il capitan Serrano con tutti gli altri primi, i quali per numero furono vintisette. Costoro, non si pensando male alcuno, perché coloro avevano fatto ogni cosa astutamente, e senza alcun sospetto, smontorno in terra, come quelli che avevano a mangiar col signor sicuramente. Mentre che disnavano furono assaltati da molti che erano stati ascosi, e levossi un gran rumore per tutto, e subito andò la nuova alle navi come i nostri erano stati morti e tutta l'isola esser in arme. E vedendo quelli delle navi che una croce, che gli avevan posto sopra un arbore, era stata buttata in terra da que' barbari con grande ira, e che la tagliavano in pezzi, dubitando che ancor a loro non facesser come avevan inteso che avevano fatto alli compagni, levate l'ancore dettero le vele a' venti. Fu menato poco dipoi al lito il capitan Serrano, miserabilmente legato, il qual piangendo pregava che lo volessero riscattare da sí crudeli persone, e che egli aveva ottenuto di esser riscattato, pur che li nostri lo volessero riscattare.
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