Li nostri, avvenga che paresse lor cosa disonesta lasciar il lor capitano a questo modo, nientedimeno, temendo l'insidie e gl'inganni di queste genti barbare, navigaron via, lasciando il detto Serrano sul lito che miserabilmente lagrimava, e con gran pianto e dolore adimandava aiuto e soccorso da' suoi.
Li nostri, avendo perduto il lor capitano e tanti compagni, navigavano di mala voglia, e perché per la morte di quelli erano già ridotti in tanto poco numero che non eran sufficienti a governar tre navi, per questo fecero consiglio, e di volontà di tutti deliberarono esser necessario abbruciar una delle tre navi, e due solamente conservarne. S'accostarono adunque ad un'isola lí vicina, la qual si adimandava Bohol, e messi tutti gli armeggi d'una nave nelle due altre, l'abbruciarono. Dipoi pervennero ad un'isola detta Gibeth, la quale avenga che d'oro e di gengevo e di molte altre cose conoscessero esser fertile, nientedimeno si pensarono di non star troppo quivi, perché non si potevano per via alcuna far benivoli quelli Indiani, e a combattere pareva loro esser troppo pochi: e però di quella se n'andarono ad un'isola per nome Burnei.
In questo arcipelago sono due grandi isole: l'una s'addomanda Gilolo, il re della quale ha secento figliuoli, l'altra Burnei. Gilolo è maggiore, perché in sei mesi a pena si potria circundare, e Burnei in tre si circunderia: ma quanto quella è maggiore, tanto questa per la grassezza della terra è piú fertile e abondante, e per la grandezza della città che ha il medesimo nome è piú famosa.
| |
Serrano Bohol Gibeth Indiani Burnei Gilolo Burnei Burnei
|